Julijana 16/20 Gault Millau Bled (SLO) Toplice ***** SLH

Posted by on 21 Ottobre 2020

     

 

 

 

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  1. Estate 2020 dove si va?

    Reduci da stagioni calde passate in Germania, Austria, Svizzera e Francia, ci eravamo dimenticati della Slovenia, che a inizio settembre risultava Zona Verde. Scelta obbligata, complice la prima guida Michelin Slovenia, che doveva essere presentata a inizio marzo… ma… dopo le presentazioni di Svizzera a Lugano (fine febbraio), Malta e Germania lanciate online… nulla di fatto e quindi slittamento di qualche mese causa emergenza Covid.
    Eccoci così a Gorizia, la città divisa in due, dall’altra parte: acquisto della vignetta autostradale valida una settimana al costo di 15 euro, benzina 1 euro, diesel 1 euro, cifra tonda.
    Siamo al primo dei cinque ristoranti appena stellati con unica stella: Dam. Chiaramente qui si parla italiano ma già non si usa più Whatsapp (se proprio ce ne fosse bisogno), qualcuno installa Viber come nel resto della Mitteleuropa. Si rispetta ancora l’orario del pranzo e quello della cena con la pausa dalle 15 alle 19. Lo Chef si professa albergatore e infatti Dam è un Boutique Hotel situato in una zona commerciale/artigianale alla periferia di Nova Gorica, il nome è ispirato dalla vicina collina.
    Urus Fakuc è un valido Chef, ha avuto le sue prime esperienze in Italia da Gualtiero Marchesi ai tempi delle 3 stelle Michelin, fa parte di quei cuochi discepoli del Maestro che già abbiamo trovato Oltralpe come a Le Rouret in Francia (in effetti i due cuochi si somigliano fisicamente).
    La quotazione dei piatti era già nota in Italia grazie alla guida de l’Espresso che da anni si occupa di insegne, vicine al confine sia in Slovenia che Croazia (Caporetto, Istria, Nova Gorica, Vipava, ecc.).
    Va detto che da alcuni anni la Croazia ha ristoranti stellati Michelin pubblicati unicamente sulla versione online (che verrà lanciata a fine anno anche per la Serbia). Per la Slovenia, invece, esiste una versione cartacea fortemente voluta dal Ministero del Turismo sloveno. Si tratta di una pubblicazione non in vendita, che abbiamo trovato proprio da Dam, e che ci è stata molto utile per il resto del viaggio. La pubblicazione è in linea con tutte le nuove “guide rosse” già dedicate alle lontanissime città di Cina, Giappone, Usa, ecc. Ogni esercizio Stellato, Bib Gourmand, Piatto, è presente, la guida rossa riporta foto, indirizzo, telefono e prezzi, non sono segnalati Hotels.
    Dopo un brindisi di ottima Ribolla Gialla Metodo Classico con lo Chef, presidente uscente Jeunes Restauraters, qualche snacks, abbiamo ripreso il viaggio, attraversato la piazza di Gorizia e siamo rientrati in Italia alla volta della città scelta come avamposto per il tour Sloveno vero e proprio dell’indomani. Si tratta di La di Moret a Udine, il celebre albergo del Friuli Venezia Giulia che nacque nel lontano 1905 come ristorante e ancor’oggi è meta di appassionati Gourmet. L’Hotel è situato in un edificio moderno con parecchie camere, Spa, Beauty, Gastro Bar, ampio parcheggio, piscina. Invece Fogolar, il ristorante affidato alle sapienti mani dello Chef Stefano Basello, resta nello storico edificio accuratamente restaurato e ammodernato, di fronte a una rinomata Boutique. Attorno, l’atmosfera all’ora dell’aperitivo è invitante, al bar nonostante le restrizioni i congiunti non hanno affatto frenato la voglia di sorseggiare uno spritz al banco o nel frugale giardino a ridosso della via trafficata per lo shopping.
    La cena con lo Chef Top Green si rivela al di sopra di tutte le aspettative, comunque in linea con gli altri 8 cuochi già selezionati nella lista verde nazionale (Crippa, Berton, ecc.) in vista della stella Michelin di colore verde, che già è stata attribuita durante questo 2020 in Francia e Scandinavia, da qualche giorno pure in Giappone e che sarà la grande novità in Italia alla presentazione del 25 novembre. Auguri a Stefano Basello e al documentario che un regista gli ha dedicato, visto in anteprima su smartphone, filmato che viene presentato in questi giorni a un Festival con l’auspicio che vada a finire su Netflix come già successo alla Regina di queste zone: Ana Ros a Caporetto.
    All’indomani anche la colazione ordinata a la carte si dimostra non solo all’altezza del 4 stelle, ma anche dell’esperienza Gourmet della sera prima al Fogolar 1905, nella nuova sala Gourmet, vanno sottolineate in particolare le torte tipiche.
    Si parte per il pranzo della domenica fissato alle 15 (inizialmente sembrava dovesse essere addirittura alle 16) a Vila Podvin, altro ristorante insignito di stella Michelin, a Radovljica a NordWest di Lubiana. L’orario è perfetto per una tappa intermedia oltre confine nella città del vino sloveno, Vipava, nel Castello di Zemono, dallo Chef Tomaz Kavcic, primo presidente JRE. Ci ha sistemato nel giardino esterno con tavolo e divano privati. All’interno, nelle sale affrescate, c’è un pranzo matrimoniale per parecchie persone e un menù unico di 20 portate.
    Anche qui, al Pri Lojzetu, una stella Michelin, ce ne aspettavamo due (17,5/20 Gault Millau). Dopo il brindisi e i canapè, pure un piccolo souvenir, anzi due, magnum di vino spumante Metodo Classico Rosè e bottiglia di Gin prodotti ed etichettati dall’Onorevole Chef.
    Ricordiamo che Pri Lojzetu è un ristorante in una location splendida e solitamente completo pranzo e cena, prenotate in largo anticipo, consultando sul sito i giorni in cui è possibile trovare posto. Appare subito nell’home page quando riservate… e poi la meta sarà poco dopo il confine sloveno, a pochi km dall’uscita autostradale, niente traffico.
    Riprendiamo l’autostrada, ci attende la prima novità stellata fra gli oltreconfine, ci prepariamo a parlare inglese.
    L’autostrada ci porta direttamente a Radovljica e al poco distante Vila Podvin, già Residenza con allevamento di cavalli.
    Sembra di arrivare a Bray on Thames, la località inglese di poche case con due ristoranti tre stelle Michelin: Fat Duck e Waterside Inn. Con la differenza che qui, nei pressi del Lago di Bled, qualche abitante in più c’è ed è il benvenuto anche per un bicchiere di vino e/o una passeggiata nel parco.
    E’ una stella Michelin arrivata con grande sorpresa, grazie alla cucina dello Chef Uros Stefelin e alla gestione di Marcela Klofutar (attuale Presidente JRE), nonostante i clienti possano cenare spartanamente all’interno o sotto il porticato o all’aperto in modo assolutamente informale.
    La carta dei vini propone esclusivamente vini sloveni, se escludiamo Crystal dalla Champagne francese o Petra dalla Toscana italiana o il più vicino Gravner del Collio. La pasta non esiste se non nascosta sotto una foglia vegetale come contorno del piatto principale, nonostante siano previste una decina di portate.
    Il Covid ha portato a concentrare l’apertura del Vila Podvin nel fine settimana, ma nell’anno passato, 2019, il ristorante è stato aperto anche a pranzo con un menù di 3 portate a 20 euro.
    Aperto 7/7 invece l’Hotel Linhart sempre della premiata Ditta, nel centro della vecchia città di Radovljica, con una proposta Bistro dal breakfast, lunch, aperitivo e cena. Da non perdere il dolce al cioccolato tipico del luogo. La posizione è strategica, poco distante dall’Aeroporto di Lubiana.
    La prima edizione della guida Michelin ha premiato in totale 6 locali, solo uno con due stelle, ma parecchi attendono le prossime edizioni, forti di punteggi ragguardevoli Gault Millau e, non guasta, clientela collaudata.
    Eccoci infatti al più quotato nella capitale, Strelec, all’interno del Castello di Lubiana. Lo Chef Igor Jagodic, con esperienze anche al Noma di Copenhagen, “scocca” le sue frecce dal torrione con l’intera città ai suoi piedi. La vista chiaramente è mozzafiato e l’ambiente da favola senza virgolette, il servizio formale, la cucina perfetta. Il parcheggio è gratuito ed è possibile accedervi con l’auto fino alle 23.
    Torniamo ai giorni nostri e scendiamo, sulla via principale che dalla stazione porta alla piazza centrale troviamo il primo ristorante sloveno ad apparire ad inizio secolo nei 50 Best di questa rinomata classifica, si tratta di JB, iniziali dello Chef Janez Bratovz, meno romantico ma più alla francese per capirci. Il piatto da urlo è un delizioso Tortello, non scherza neppure la Parmigiana.
    Proseguendo sulla stessa via, girando l’angolo una volta superato l’Hotel Union (chiuso per Covid), troviamo Atelje appena stellato Michelin, con unico menù lunch a 18 euro di 3 portate e dinner più generoso di 7 portate. Lo chef arriva dallo Strelec oltre che esperienze al Fat Duck di Blumenthal e Quay a Sidney e risulta particolarmente progressive/vegetale. Esiste solo la lista del lunch, il dinner è completamente al buio, le course risultano particolarmente leggere. Si sopravvive comunque fino al caffè, con gli “offcourse” compresi nel prezzo del menu, ovvero: amuse bouche, pani, grissini e mignardise, tutti meritevoli di foto e selfie… tanto non si freddano. I formaggi vengono a richiesta serviti dopo il dessert come extra (tipico in Slovenia).
    Dopo una giornata intera passata nella capitale, ci concediamo l’indomani una giornata fra Radovljica e Bled, ovvero l’area dove è concentrato il maggior numero di Hotels leisure, piuttosto che business, vedi Lubiana.
    In effetti il Lago di Bled affascina anche di notte, dopo un pranzo in terrazza all’Hotel Triglav, un passaggio alla SPA con vista sull’isolotto raggiungibile con deliziose barchette a remi gestite da famiglie del posto, una cena al Ristorante Gourmet 1906 in un atmosfera intima e servizio impeccabile da far dimenticare il lockdown.
    Dicevamo… che uscendo dal Triglav e salendo in auto per un giro attorno allo specchio d’acqua non si può non notare il Castello di Bled illuminato e non andarlo a vedere. Semplice da dirsi un po’meno da farsi. La zona risulta assolutamente protetta e la circolazione delle auto è vietata nonostante la strada sia asfaltata. Unica possibilità: parcheggiare e farsi una passeggiata, che dopo cena è sicuramente l’ideale.
    All’indomani, dopo un altro giro in SPA alla buon ora e la colazione servita, ci attende a NordEst, a Maribor, altro ristorante quotato 17/20 Gault Millau, si chiama Mak. Lo troviamo all’uscita dell’autostrada, nell’immediata periferia della città più orientale della Slovenia, a Nord c’è Vienna. David Vracko è attualmente forse il ristoratore più interessante della Slovenia, parlare di cuoco sarebbe riduttivo, una sorta di Bottura di quando non aveva la barba. I piatti sono dei grandi classici della cucina francese ma presentati come nei Gastro Bar di Barcelona, il menù non esiste e… il prezzo è a sorpresa. Il locale potrebbe passare per un normale ristorante viste le grandi insegne e la via molto trafficata, in effetti all’inizio del pranzo entrano dei signori che si accomodano e all’arrivo del cameriere se ne vanno.
    Vi dicevo che in Slovenia si tende ad aprire i ristoranti all’ora di pranzo e a chiuderli dopo cena. In pratica si può arrivare alle 15 piuttosto che le 17 e fare l’esperienza gastronomica senza personale che deve fuggire a casa. Attenzione! La domenica si inizia in molti casi alle 11 ma l’ultimo servizio può essere ordinata massimo alle 17 e durante la settimana si apre alle 14 fino alle 21, ultima ordinazione.
    Tornando al Mak, ecco quindi che la sala ha cominciato gradualmente a riempirsi e il servizio in sala è cresciuto di numero in lungo e in largo, sia per commensali che per camerieri/sommelier alti due metri che servono innumerevoli portate uscite dalla cucina e vini al bicchiere importanti, mentre lo Chef improvvisa con la voce e gesti i classici del rock, tra una presentazione del piatto e l’altro.
    Brindisi con David Vrako, fratello di Gregor di Hisa Denk, che 15 km più in là ha ottenuto la stella…
    Riprendiamo l’autostrada verso Ovest, il viaggio è lungo e il ricordo del Lago di Bled ancora forte.
    Ebbene, vi dicevo che la Slovenia, pur essendo in Europa, non risulta ancora inclusa nei pacchetti telefonici con chiamate illimitate, ma è possibile chiamare tutti i numeri grazie al roaming, per questo riesco a lavorare anche in viaggio.
    Mi era sfuggito un ristorante quotato 16/20 Gault Millau, proprio a Bled, scoperto grazie alla guida che gentilmente ci aveva offerto il cuoco di Strelec (Chef of the future 2019). Insomma, ci attendono al Rikly Balance ****S, per un’intervista con lo Chef del Julijana all’indomani mattina. Approfittiamo al nostro arrivo in serata della SPA gigantesca dell’albergo dedicato alla figura del medico svizzero Arnold Rikli, l’iniziatore del turismo termale a Bled. Per cena abbiamo a disposizione il ristorante a buffet, con Chef per qualsiasi richiesta e allora: Hamburger con pesce, Zuppa di porcini freschi, Gelato.
    Ricordiamo che l’albergo è stato appena rinnovato e tutti gli ambienti risultano moderni ed efficienti. La passeggiata lungo il lago dopocena è d’obbligo e approfondiamo le caratteristiche della famosa località lacustre con grandissimi alberghi che appartengono alla stessa compagnia, Sava. Non c’è niente di più bello che risvegliarsi la mattina seguente con piscina interna/esterna, cascate, idromassaggio, acquascivoli a disposizione prima del breakfast , il tutto in assoluta solitudine, Vista Lake & Castle, lo Chef che cucina le uova, escluse le scrambled disponibili al buffet. Gli indico come fare un uovo strapazzato della Mamma.
    L’intervista col Direttore, lo Chef e l’F&B è per le 10. Rientrando nella suite messami a disposizione è un via vai di camerieri che hanno appena allestito la prima colazione in camera. Durante la chiacchierata in diretta video, scopro che il ristorante Julijana è aperto solo venerdì e sabato a causa delle restrizioni Covid. E’ collocato direttamente sul Lago, fa parte delle varie proposte dell’unico 5 stelle in Bled, attualmente chiuso, Il Toplice Small Luxury Hotel. Vi si trova la stanza di Tito ancora intatta, l’atmosfera dei regimi totalitari si respira appieno e pure Donald Trump ci avrebbe messo piede per chiedere la mano di Melania ai genitori che sono di Novo Mesto. E’un delizioso Boutique Hotel che riaprirà a primavera del 2021.
    Ci consoliamo con la specialità del posto il Bled Cake, 2/3 crema e 1/3 panna montata più millefoglie sotto e sopra. Viene sfornato continuamente dalla pasticceria del gruppo Sava, evidentemente la sera prima era già finito, la mattina la preparazione invece coincide con la fine della colazione. Lo vediamo apparire dopo qualche minuto dal cenno di un mio interesse (funziona sempre) nella suite con la vista infinita ad angolo (purtroppo quella più grande in assoluto e che occupa l’intero ultimo piano era occupata). Osservo l’invitante cubo e col dito sul millefoglie superiore verifico il dondolio, segno che si tratta del vero originale. A questo punto tento di assaggiarlo in punta di forchetta ma l’effetto elastico non mi permette di spezzarlo. Mi fanno notare che qualcuno toglie il millefoglie e lo usa a mo di biscotto per adagiargli i due gusti orizzontali scendendo con la posata dall’alto verso il basso per poi insieme spalmarli. Mi assicuro che questo non scandalizzi nessuno e mi avvio sicuro all’assaggio. A questo punto posticipiamo la permanenza in Slovenia e confermiamo la cena di venerdì al Julijana.
    Ovest, Nord, Centro, Est… ci dirigiamo a Sud Est al Debeluh di Brezice, pochi km da Zagabria e quindi al confine con Croazia per il pranzo e l’incontro con Jure Tomic (17/20 e Chef of the Future Gault Millau 2020) ex presidente JRE. Il suo locale si chiama in realtà Osterija, la parte interna ricorda una tipica locanda francese (per questo il cuoco che è anche un quotatissimo sommelier riceve annualmente riconoscimenti), mentre all’esterno si affianca una veranda decisamente Glamour e adatta al periodo estivo. La specialità sembra essere i funghi, nelle altre stagioni ci sono altre delizie.
    Rientriamo nell’autostrada che ci aveva condotto fin lì, dopo qualche km direzione Lubiana ci fermiamo a Otocec, dove si trova un vero e incantevole Relais & Chateaux posto in un isolotto in mezzo al fiume Krka. Il pranzo viene servito fuori dalle mura del Castello, i prezzi sono molto bassi e invitanti per i tanti passanti, anche se ci si aspetterebbe tutt’altro (14,5/20) Gault Millau. All’interno il contesto è più da Cavalieri della Tavola Rotonda che da Boutique Hotel. In Slovenia attualmente le destinazioni R&C sono due, in passato il gruppo Sava ne deteneva un terzo (Vila Bled) non più associato.
    Non è stato possibile visitare Kendov Dvorec a Spodnia Idrija, fuori da tutte le rotte autostradali, che con il proprio ristorante detiene 14/20 Gault Millau.
    Ci attende la cena alle 19 alla nuova stella Michelin, Atelje, a Lubiana, che oltre alle placche rosse espone pure due pneumatici utilizzati come fiorerie nel piacevole dehors. All’interno le luci sono soffuse e la cucina è minuscola. Lo Chef Jorg Zupan ha origini istriane, i nonni provengono da Salerno, lo si capisce dal sorriso, si presta ai selfie sia video che foto. La cena prevista di 3 ore si protrae a lungo col menù lungo a discrezione dello Chef per tutti. Vengono considerati menù senza carne e le allergie, i vini sono abbinati ad ogni portata. La clientela apprezza e sosta parecchie ore ai tavoli del centro della Capitale.
    Passeggiata notturna di Lubiana, imbocchiamo l’autostrada direzione Udine, dove passeremo la notte in attesa del pranzo del Buon Ricordo al Fogolar 1905 da Basello. Ci accomodiamo nella sala storica, quella che dà il nome al ristorante e proviamo Risotto con il meglio del nostro mare, una valida alternativa ai precedenti a base di carne, come il Gulash alla Friulana con gnocchetti e il Fiocco di Manzo alla Friulana. Finalmente un “primo” dopo giorni di astinenza nel nostro tour partito dal La di Moret, per poi percorrere la via più breve passando da Caporetto e avventurarsi nella più profonda Slovenia.
    Completiamo così il nostro “giro” con un itinerario di 3 ore per circa 150 km.
    La prima sosta è da Hisa Franko, che a metà settembre si è concessa una pausa dopo la riapertura estiva post Covid. Troviamo aperti sia l’Enoteca che il Bistro in centro a Kobarid, l’Hisa Polonka, dove sappiamo non è possibile prenotare ma si può tranquillamente parcheggiare la bici e spizzicare qualcosa. Restiamo leggeri in attesa della cena conclusiva.
    Al Julijana ad attenderci c’è il Restaurant Manager che ci concede di parcheggiare di fronte al Grand Hotel (manco fosse arrivato Putin direbbero a Roma) e ci mostra le sale e le camere tutte vista lago e castello. Stiamo toccando il cielo con un dito, è una emozione unica, forse provata solamente in Francia sul Lago di Annecy. Scendiamo al piano inferiore ed è l’apoteosi. Il Covid di quest’anno non ha permesso l’apertura quotidiana ma la diminuzione e distanziamento dei tavoli ci permette di fare un’esperienza gastronomica di 7 portate con la luce del giorno e il castello di Bled che si illumina gradualmente al calare della notte.
    Siamo bordo lago e fra noi e l’acqua c’è solamente una via per le passeggiate di residenti e turisti, che offre anche l’ingesso al ristorante senza passare dall’Hotel.
    Lo Chef Simon Bertoncelj inizia perfettamente la cena con burro, demi pan brioche, guscio d’uovo con caviale e ostrica per passare a due veri antipasti, uno di pesce (Tonno) e uno di carne (Cervo), si passa alle cosiddette minestre o paste (primi) che in Slovenia latitano, ma che evidentemente fra Caporetto e Bled si fanno sentire. Gradiamo la zuppa di melanzane per poi passare al più buono mai mangiato se non in Austria con gli stessi ingredienti (lenticchie Beluga): in carta si chiama Coda di scampo dell’Adriatico al forno, duetto di lenticchie e porri, crema di funghi Shiitake, shot di brodo di scampi con spuma di citronella e cardamomo. La nostra cena poteva terminare qui (5 portate col dolce), pienamente soddisfatti con il sole appena tramontato e il castello illuminato. Le portate di carne successive, che completano il menù da 7 portate, non possono mantenere il livello precedente, neppure nella versione pesce, appesantiscono solamente una cena già ottima.

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